mercoledì 2 luglio 2014

Esserci o dormire?

Indignato!
Questa è una parola che sta andando di moda, che viene sempre più utilizzata e per questo motivo sembra altamente inflazionata, ma è il reale sentimento di questo momento.
Indignato dal comportamento di alcune persone che si sono recentemente erette paladini della legalità e guardiani della moralità comune.
E parlo di amministratori che si son svegliati non appena certi che il nemico fosse agonizzante.
Nulla di nuovo, per l'amor! Siamo abituati a veder questo compprtento, soprattutto tra i sinistri, basti ricordare quanti di loro nel secolo scorso buttarono le nere camicie per rivestir la parte dei patriotti partigiani della prima ora, si solo ad avvenuta morte del dittatore.
E oggi?
Oggi in città le cose non cambiano.
La "forza vincente" degli ultimi vent'anni, è stata "odiata con amore" dove in piazza se ne parlava male dicendone peste e corna mentre in privato si scendeva a compromessi andando a "baciar le pile" spesso di nascosto. In molti hanno elemosinato favori, intercessioni, preghiere e amicizie, salvo poi voltar le spalle e infilzare il toro solo quando è già morto.
Dal 2010 si sapeva di "problemi" e le voci che in città son circolate, sono state delle più svariate, ma non voglio parlar della faccenda che riguarda il "ministro di Dio" e l'uomo che ne vestiva i panni. Questa è una faccenda troppo grande e troppo seria perché una "statua irriverente" ne prenda a cuore la discussione.
Voglio invece parlare del comportamento dell'amministrazione comunale, lassista negli ultimi quattro anni ad avviare un'indagine interna ed una pressa d'atto delle pratiche di organizzazioni territoriali accreditate dalla stessa a supporto del disagio familiare.
E voglio parlare di un onorevole che si erige a paladino della legalità quando anche lui si è svegliato da un lungo letargo interessandosi esclusivamente di una campana, dimenticandosi o riassopendosi ogni qual volta la campana invece suona stonata a "sinistra".
Signori questo vuol dire far cattiva politica e cattiva amministrazione, vuol dire esserci solo quando non si può far finta d'esser altrove, vuol dire non aver ne trasparenza, ne conoscenza del territorio, ne tantomeno la volontà di fare il bene della popolazione che si rappresenta.
Vuol dire in una parola sola, essere dei "paraculi" per come lo si può dire alla romana.
E con questo? Con questo non voglio assolvere nessuno, ne il principale "colpevole" e tantomeno chi fino ad oggi si è girato dall'altra parte e oggi sale, o meglio salta, sul carro dei vincitori (ma stiamo parlando di personaggi abituati a farlo).
Troppo facile, troppo opportunistico.
Ma dove eravate prima? Quando reati di grande gravità venivano commessi? 
E oggi? Siamo così sicuri di condannare con processi di piazza delle persone, pur non conoscendo i dettagli di quanto viene loro imputato?
E non mi si accusi di voler assolvere a prescindere o di vole condannare tutti per non condannar nessuno.
Chi sbaglia paga, se una persona commette un reato è giusto che ne paghi le conseguenze, civili o penali.
Ma se un amministratore "sbaglia" troverei altrettanto giusto che paghi con mancate riconferme.
Tant'è, e qui vorrei chiudere.

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