sabato 13 dicembre 2014
SATIRA, sempre a senso unico? O vento che cambia?
mercoledì 3 dicembre 2014
Il Pasquino ha avuto ragione, ci ha visto lungo!
Crema, 2 dicembre - “Diritto alla casa. Mutuo sociale subito”. È lo striscione esposto dai militanti CasaPound Italia
stamattina durante una manifestazione a sostegno di un cittadino italiano in emergenza abitativa nel quartiere di Ombriano.
“Siamo qui – spiega il responsabile provinciale del movimento, Gianluca Galli – per aiutare un italiano che rischia lo sfratto in una situazione di morosità incolpevole, ma anche per sensibilizzare le istituzioni sulla questione degli italiani in emergenza abitativa. È ora di agire su tutti i fronti per trovare una soluzione”.
“Abbiam ottenuto - continua Galli - il rinvio al 28 gennaio, data utile per capire se la graduatoria e la conseguente sistemazione in un alloggio popolare andrà a buon fine. Cercheremo inoltre un incontro con la prefettura perché si adoperi per sbloccare un contributo economico già stanziato, ma che l’inquilino non ha ancora ricevuto”.
“Occorre – prosegue - rendere disponibili fondi per alleggerire il peso degli affitti e delle utenze per chi è inquilino moroso incolpevole, anche presso privati, e bisogna rivedere i criteri delle graduatorie. Va favorito l’accesso degli italiani alle case popolari, mettendo fine a quei meccanismi perversi per cui finiscono sempre relegati in coda alle graduatorie”.
“Soprattutto, però – conclude Galli – va adottato il mutuo sociale, la nostra proposta storica per il diritto alla proprietà della casa, l’unica in grado di dare una risposta risolutiva al problema dell’emergenza casa”.
martedì 14 ottobre 2014
EJA EJA alla cremasca!
martedì 7 ottobre 2014
SCONTRI ANTI-MOSCHEA (cronaca surreale dell'assedio al Palazzo)
DUE PESI E DUE MISURE
La contrapposizione di questi giorni sul tema Moschea o Mussala o chiamatela poi come volete, mi ha fatto riflettere, mi ha fatto pensare e volontariamente porre un quesito provocatorio.
E se si usasse lo stesso peso e la stessa misura?
E se i contrari si cominciassero a comportare come fanno solitamente quelli che oggi sono d’accordo?
La mia vuole essere una provocazione e non un’istigazione, oggi più che mai è indispensabile non solo sottintenderlo ma anche rimarcalo perché la solita difficoltà a far comprendere le cose a molta gente, in questo periodo si potrebbe tradurre in una visita al commissariato.
NO PASARAN! 1-10-100 SAN PIETRO!
Questi sono gli slogan che i manifestanti accampati al “campo base” presso i “giardini Chiappa” usano all’assedio al palazzo del potere.
La sera nel bivacco del parco non troviamo canne e birre, ma salamelle, costine con le verze e il famoso “sampét da roi” con del vino bianco (perché quello rosso è bandito) della franciacorta.
I manifestanti tengono in scacco il palazzo, impedendo finanche al sindaco di fare la consueta corsa mattutina.
Il lancio, non dei sampietrini ma, delle salcicce contro le vetrate del comune ha allertato le forze dell’ordine che sono state costrette a richiedere rinforzi, da Milano sono arrivati in città circa cento agenti dei reparti mobili in assetto antisommossa.
Dal tribunale di Torino sono stati distaccati due magistrati che forti dell’esperienza ai cantieri dell’alta velocità sono pronti ad intervenire in flagranza di reato.
Intanto dei consiglieri di minoranza organizzano delle cene-colletta per aiutare i manifestanti e per coprire le spese legali di alcuni ragazzi che sono stati fermati mentre compivano raid dimostrativi verso i commercianti della zona, imbrattando le saracinesche e rompendo qualche vetrina. Prese d’assalto anche le vetrate delle banche.
Un consigliere leghista nel frattempo tuona alla rivoluzione armata e sta cercando di organizzare squadre di scavatori armati di pala e piccone per staccare la “Padania” dall’Emilia Romagna.
Questo è uno stupido racconto ma vorrei far riflettere sulle analogie di comportamento (anche se esasperato) di alcune frange politiche davanti a richieste non condivise, oltre al fatto che le stesse prendono posizioni diametralmente opposte quando VOGLIONO far condividere la proprie decisioni.
A Crema fino ad ora si è assistito ad un corretto e composto “sollevar di voci”, purtroppo alcune ultimamente fuori dal coro, ma nulla di più. Si è cercato di chiedere dialogo e confronto, su un tema che non è di vitale importanza o di strategia economica mondiale ma che tocca per molti versi molti cittadini.
Oggi a Crema vive una comunità islamica numerosa che non è mai stata bersaglio della maggioranza di diversa religinoe della cittadinanza, vive una comunità che in molti casi ha beneficiato dell’accoglienza e del buon cuore della comunità cittadina che si è sobbarcata l’onere con le dotazioni del welfare locale.
Non ci si nasconda dietro diritti costituzionali, perché purtroppo i mussulmani non possono beneficiare di diritti in quanto non hanno mai voluto ratificare gli accordi con lo Stato Italiano a causa di loro problemi nell’identificare una figura univoca che possa siglarli a nome di tutta la comunità, ma non per questo lo Stato o la cittadinanza brucia moschee, sgozza infedeli o rapisce gli islamici.
Non ci si nasconda dietro le accuse di razzismo, perché in città nessuno ha mai contrastato la comunità che vive e prega in via Mazzini,
La riflessione sul tema è quindi necessaria, ma soprattutto è necessario pensare che l’attuale amministrazione non ha ricevuto un mandato popolare al riguardo, perseverare in tal senso sarebbe unicamente per un capriccio personale di un individuo o di un gruppo di persone arroganti e irrispettose.