lunedì 24 febbraio 2014

Città in declino o battaglia generazionale?

Tutto cominciò con un articolo di Grassi, dalle colonne del giornale, poi i vari rilanci e rimandi, ognuno con il suo punto di vista, o come diceva un saggio "ognuno con il suo viaggio ognuno diverso, ognuno in fondo immerso dentro i fatti suoi".
Si perché a mio avviso il problema sta tutto nella frasetta del Blasco, molta gente è un gran brava a pontificare ma poi nessuno scende nel concreto.
E allora cerchiamo di mettere un'altra pietra alla torre di babele, di fare un altro proclama al vento e, sulla scia di Bruno Mattei dai post di quell'altro sito irriverente che è sussurrandom di rincanalare il discorso cercando come diceva la nonna, il bandolo della matassa.
Grassi scopre il vaso di Pandora e arriva a chiedersi se parte de problema non sia da imputare alle classi dirigenti, a quel modo di essere cremaschi che manda avanti prima un altro e poi vediamo.
Dalle colonne di screamzine invece si vuol tentare di vedere il tutto sotto un altro "palo della luce", i giovani vogliono fare ma i parrucconi non gli permettono di muovere nemmeno un sasso, sono precluse tutte le possibilità di divertimento, Crema è una città morta ma la colpa è solo dei cremaschi che non vogliono "lasciar fare".
Poi arriva Mattei che tra il serio e il faceto lascia la provocante parola. 
Tenta di scardinare le logiche della contrapposizione sociale? O solo alimenta il fuoco prima che si spenga?
Io dal mio piedistallo (d'altro canto sono o no una statua?) cerco di buttarla in vacca accusando tutti e nessuno ma cercando in ogni modo di lanciar la provocazione.
Oggi la provocazione non è tanto rivolta a Grassi che egregiamente ha fatto il suo lavoro (per il bonifico chiedere pure le coordinate IBAN in privato), e nemmeno al "pensionato" Mattei che spesso ha il fegato ingrossato (sarà colpa degli amari).
Oggi la provocazione è tutta per i "ragazzi", è tutta per i fan della fanzine!
Perché non è vero che nessuno se li fila non è vero che nessuno da loro opportunità, non è vero che non hanno spazi in cui far valere le proprie ragioni. 
Tutti vorremmo sapere cosa hanno in mente.
Tutti vorremmo capire cosa farebbero per Crema (e non per loro) se ne avessero la possibilità.
Tutti vorremmo sapere quali priorità e con quali indirizzi e con quali fini.
Cosa sarebbero disposti a fare per la città e in quale contesto?
Saremmo sicuramente felici di scoprire che non sono solo "perditempo", ma che ancora una volta, come lo è stato per molte generazioni passate, i giovani cremaschi vorrebbero cercare di cambiare la città e magari andare anche oltre.
Crema come punto di partenza, Crema come laboratorio di eccellenza, Crema come rampa di lancio per il futuro.
Allora cerchiamo di capire quali sono le esigenze, i progetti e le speranze, ragioniamo con loro e cerchiamone i punti deboli per migliorarli ma cerchiamo anche nei punti di forza di trovare lo spunto per una nuova partenza.
Lasciamo quindi la parola a loro, partiamo da qualcosa a caso, cercando di ridisegnare la città con spazi dove poter esprimere le potenzialità artistiche, ma ragioniamo anche in prospettiva lunga e ampia, consideriamo chi in città vive e chi in città dovrà vivere, lavorare e crescere.
Priviamo quindi a pensare alla città come un luogo d'insieme?
Dove le varie anime, i giovani gli anziani e chi non è più giovane e nemmeno è ancora anziano, debbano convivere.
Cerchiamo di disegnare gli spazi, i contenuti e razionalmente scontrarci con il problema del quotidiano, che oggi si chiama più che mai DENARO. 
Cerchiamo di analizzare i costi, i benefici, trovare le coperture alle spese e ragionare sui valori di realizzo, o su quanto ogni cosa possa incidere nel bene o nel male in costi/beneficio per la collettività.
La provocazione ai "giovani" sta proprio nel volerli far diventare "grandi" e scontrarsi con il quotidiano, con le vere regole del gioco.
Ora aspettiamo di leggere ed ascoltare....




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