domenica 24 novembre 2013

Conti e contesse, ma sempre senza l'oste

Conti e contesse, ma sempre senza l'oste.
Storia di una compagnia di isteriche ragazze che faticano a sbarcare il lunario, e che alla fine si danno al mestiere più vecchio del mondo.
In una splendida città, una città d'altri tempi circondata da larghe mura, viveva una dolce comunità,
gente allegra (il ciel l'aiuta) che un giorno, stanca di essere amministrata da grossi personaggi che gestivano la cosa pubblica come farmacisti, decise di voltar pagina e tra il giallo tripudio di bandiere rosse, indicò la "maestrina da corsa" come loro rappresentante. 
Le cose sarebbero cambiate, niente sarebbe più funzionato come prima e finalmente...... I cittadini provarono il piacere di farsi mettere le mani in tasca da un gruppo di donzelle... Cosa ai più sconosciuta e sognata soltanto quando sapevano d'aver le tasche ben profonde.
Ma torniamo al racconto, all'indomani della salita al trono, cominciarono a volare corvi, cornacchie e befane sulle scope. Le statue, non solo del re liberale, ma anche di qualche personaggio con la stella sulla fronte, furono riesumate e il camper definitivamente rimessato.
La gente oltre ad essere sempre dolce, diventava ogni giorno più allegra, tanto che si diede fondo anche alle mance della comunione per riempir la città di belle facce allegre, sorridenti e in bianco NERO. 
La "compagnia di piazza duomo" così presero a chiamarli anche fuori le mura, ogni giorno ne pensava una e ogni giorno ne "combinava" un'altra e così, tra una dichiarazione e l'altra, un giorno d'estate si pensò di annunciare che finalmente lo sport in città avrebbe trionfato, portando i colori nelle massime categorie, certo che serviva in fretta e furia realizzare i nuovi impianti. Si presentarono a corte i personaggi più strani della piazza e.... anche di altre piazze.
Tempo dopo, la "maestrina da corsa" unì alla compagnia di SALTIN(I)banchi, giocolieri e acrobati, nuovi clown dai capelli multicolore e finalmente tutti insieme riuscirono nell'impresa di consegnare alla città l'unica opera compiuta, quel passaggio segreto tanto voluto dal grosso BElz(R)ETÙ, con consiglio di un variopinto architetto bianconero. 
Che dir di più, se non raccontar a voi simpatici lettori, come fini l'avventura...
Dopo l'ennesima bocciatura, ricevuta questa volta dai matematici revisori, i nostri protagonisti, decisero di far cassa vendendo non solo i pollai ma anche le galline così che in fretta e furia ci si privò del pollaio (patrimonio) ma si vendettero anche i pulcini, prima che diventassero galline.
Alla fine, la compagnia di piazza duomo prese una brutta piega, lo sport preferito diventò la querela ad oltranza, ma anche in quel caso non fecero il conto che la strada per l'aula si allungò di molti km grazie ai pizzi cremonesi e alle logiche di chi aveva voluto imporre alla città il dominio post veneziano. 
L'isterismo prese pieghe inaspettate, nemmeno i quotati parrucchieri della piazza, che con le dive di Sanremo son di casa riuscirono a porvi rimedio e alla fine le agitate donzelle presero la decisione di darsi al mestiere più antico del mondo candidandosi in politica.
La morale?
Per chi seguendo i miei vecchi post l'ha capita, bene. Per i sinistri incompresi, teanquilli, ve la tradurrò in un altro racconto.


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